Follow-up della transizione al lavoro degli allievi/e dei percorsi triennali sperimentali di IeFP

Follow-up della transizione al lavoro degli allievi/e dei percorsi triennali sperimentali di IeFP

Autore/i: Guglielmo Malizia, Vittorio Pieroni

Casa editrice: CNOS-FAP

Data di pubblicazione: dicembre 2008

Collana: Studi

Id Libro: 978-88-95640-14-3

La presente ricerca-azione si colloca nel contesto della sperimentazione di nuovi percorsi di istruzione e formazione professionale in coerenza con la legge 53/03 e con l’Accordo Stato-Regioni su istruzione e formazione del 2003. Tra gli aspetti più significativi sottesi al modello CNOS-FAP e CIOFS/FP, un passaggio cruciale, ai fini della verifica del successo dell’intervento, consisteva indubbiamente nel monitoraggio della transizione degli utenti dai percorsi del diritto-dovere al sistema produttivo. Tale “inserimento”, mentre per un verso gioca da elemento di controllo del processo formativo connesso alla formazione iniziale e all’orientamento, intesi come fattori mirati a valorizzare la vocazione peculiare di ogni sin- golo allievo, dall’altro permette di realizzare una interazione feconda tra formazione professionale e mondo del lavoro in tema di formazione iniziale. In questo quadro le Sedi Nazionali dei due Enti di FP, CNOS-FAP e CIOFS- FP, hanno realizzato la presente indagine, mirando al conseguimento dei seguenti obiettivi: a) monitorare, alla distanza di circa un anno dalla conclusione, la condizione degli allievi usciti nell’anno 2005-06 dai percorsi triennali sperimentali del diritto-dovere, per verificare se hanno proseguito gli studi all’interno del sistema educativo di istruzione o di formazione professionale, oppure se hanno reperito un lavoro, o se si trovano ancora in una situazione in cui né studiano né lavorano; b) individuare eventuali ulteriori bisogni formativi ai fini di un completamento, di un perfezionamento o di una diversificazione delle loro competenze professionali; c) verificare l’efficacia del percorso formativo in rapporto alle differenti scelte effettuate nel periodo successivo al conseguimento della qualifica e in paragone anche con i risultati di una indagine simile condotta nel 2003 (Malizia-Pieroni, 2003); d) avanzare proposte per migliorare e potenziare i percorsi triennali del diritto-dovere. Di fatto, la presente ricerca ripropone sostanzialmente gli scopi di una precedente investigazione che si era tenuta nel 2003 (Malizia-Pieroni, 2003). In ogni caso, dal punto di vista temporale essa è stata realizzata nell’anno formativo 2006-07. Il presente rapporto si articola in quattro capitoli. Il primo pone le premesse teoriche della ricerca, analizza i dati sulla transizione dei giovani dal sistema educativo al mondo del lavoro in Italia e descrive sia i cambiamenti che la riforma Moratti ha introdotto con particolare riferimento al tema centrale del rapporto sia le innovazioni che sono state volute dal Ministro Fioroni. Il secondo presenta il progetto dell’investigazione nel quadro delle ricerche effettuate dal CNOS-FAP e dal CIOFS/FP riguardo alla sperimentazione del diritto-dovere e illustra lo svolgi- mento della indagine. Il terzo analizza i risultati dell’indagine sugli ex-allievi/e che al termine dei percorsi triennali hanno ottenuto una qualifica o almeno un attestato di frequenza. Il quarto capitolo tenta di offrire un visione complessiva dei risultati della investigazione in una prospettiva di futuro; segue una bibliografia sintetica delle opere principali utilizzate nella ricerca e un’appendice costituita dagli strumenti di indagine. In sintesi i principali risultati dell’indagine possono essere riassunti nei seguenti tre punti. 1) La condizione degli ex-allievi/e al momento del rilevamento Dai 2.514 ex-allievi/e che nell’anno formativo 2005-06 hanno portato a ter- mine il percorso triennale del diritto-dovere conseguendo quasi tutti una qualifica o ottenendo, quei pochi che non sono riusciti a ottenerla, un attestato di frequenza, sono stati scelti con metodo casuale 638 soggetti. Questi, che hanno composto il campione a cui è stata somministrata l’intervista, si presentavano così distribuiti tra i diversi possibili sbocchi: – la metà (329 = 51.6%) all’uscita dal percorso aveva scelto di lavorare e alla di- stanza di un anno aveva reperito un lavoro; – mentre l’altra metà si divideva in quote abbastanza vicine tra chi aveva optato di continuare a studiare (172 = 27%) e chi al momento non stava né studiando né lavorando (153 = 24%). Di conseguenza si può affermare che l’offerta formativa dei due Enti, CNOS- FAP e CIOFS/FP, relativa al diritto-dovere ha raggiunto nei confronti di almeno tre su quattro degli ex-allievi/e gli obiettivi che si prefiggevano i percorsi in questione, ossia di portare gli iscritti o ad inserirsi direttamente e da protagonisti nel mercato del lavoro o a poter continuare con successo i propri studi verso altri traguardi formativi. A conseguire l’una o l’altra meta non è invece riuscito circa uno su quattro, ma anche in questo caso occorre effettuare una distinzione: tra questi ultimi solo un gruppetto molto ridotto ha mancato totalmente l’obiettivo prefisso, mentre c’è stato chi in realtà il lavoro l’aveva trovato ma poi l’ha perso per varie ragioni (personali e strutturali), ragioni che si tiene a precisare non hanno niente a che vedere con una eventuale ipotesi di debolezza sul mercato del lavoro e delle professioni della formazione fornita dai percorsi del diritto-dovere. 2) Valutazione positiva dei percorsi del diritto-dovere Ai lavoratori è stato chiesto di valutare il percorso mettendolo in rapporto al contributo che esso ha dato loro per esercitare l’attuale occupazione. In questo modo è stato possibile verificare, grazie agli alti indici di gradimento espressi, che le competenze acquisite sono risultate indispensabili per svolgere quei compiti che attualmente sono stati loro affidati; inoltre il percorso ha contribuito a ridurre il tempo per trovare lavoro ed infine ha permesso anche di ottenere un buon contratto. A completamento di tali valutazioni favorevoli è venuta da parte di tutti, senza alcuna distinzione tra le variabili di status, la segnalazione secondo cui la qualifica conseguita è stata trovata pienamente corrispondente a quella delle mansioni attualmente svolte. Anche gli studenti fanno registrare una lunga serie di valutazioni elevate nei confronti del percorso del diritto-dovere. Anzitutto per quanto riguarda la sua corrispondenza alle loro attese: in questo caso l’intera gamma dei loro giudizi sugli aspetti presi in considerazione supera quella stessa data dai lavoratori, sebbene entrambi si siano espressi su alti valori. Una ulteriore conferma in questa direzione è venuta poi dal confronto tra la formazione ricevuta nei CFP del CNOS-FAP e del CIOFS/FP e l’attuale corso di studi; in tal modo è stato possibile costatare che gli intervistati non avvertono il bisogno di maggiori competenze in quanto le hanno già acquisite nei percorsi del diritto-dovere. Infine, a rafforzare ulteriormente il giudizio sul “buono stato di salute” della preparazione acquisita contribuiscono anche gli apprezzamenti veramente elevati che gli intervistati di questo sottocampione hanno dato nei confronti della educazione della personalità. L’analisi delle risposte degli ex-allievi inoccupati/disoccupati circa la corrispondenza del corso alle proprie attese mette in evidenza che i giudizi, se non sono proprio così elevati come quelli degli studenti, tuttavia risultano assimilabili a quelli dei lavoratori. Anche chi è stato meno fortunato dichiara che l’offerta formativa ha abbondantemente soddisfatto le proprie attese, esprimendo in proposito valutazioni medie che si attestano tra il “molto” e l’“abbastanza” e che eliminano il dubbio che i percorsi abbiano potuto formare soggetti destinati a rimanere inoccupati/disoccupati. A questo punto è possibile precisare i punti forti dei percorsi del diritto-dovere: – tutti gli intervistati riconoscono la piena corrispondenza della formazione ricevuta alle proprie attese in rapporto all’intera gamma degli aspetti considerati; – nel valutare complessivamente il percorso viene attribuito il primo posto alla formazione globale della personalità, anche se non è da meno la valutazione nei confronti della preparazione professionale; – la tenuta di tale preparazione, presa in tutti i suoi aspetti differenti ma complementari, è stata poi confrontata e quindi convalidata in rapporto sia ai diversi ambienti produttivi che una parte degli ex-allievi/e ha potuto frequentare, che a quelli formativi di livello superiore. Dopo aver richiamato gli alti esiti e le elevate valutazioni che l’indagine ha espresso sui percorsi del diritto-dovere, si può aggiungere che al contrario le criticità sono veramente poche e di scarsa entità. In pratica esse riguardano principalmente il gruppo dei disoccupati/inoccupati. 3) Conferme e provocazioni In sintesi, la presente ricerca-azione ha confermato la validità della proposta sperimentale dei percorsi del diritto-dovere del CNOS-FAP e del CIOFS-FP anche nel momento della transizione degli allievi al mercato del lavoro o ad un altro tipo di istruzione o di formazione. I dati della indagine hanno dimostrato il superamento sostanziale delle carenze che erano state indicate dalla precedente indagine del 2003: infatti, gli esiti della investigazione mettono in risalto il potenziamento delle strategie della pedagogia del successo formativo, della programmazione dei corsi che risulta più rispondente alla domanda del territorio e dell’offerta di orientamento/accompagnamento. Rimane quindi veramente inspiegabile la situazione di precarietà in cui la politica nazionale e, soprattutto, regionale tende a mantenere i percorsi sperimentali del diritto-dovere

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