Autore/i: CNOS-FAP
Casa editrice: CNOS-FAP
Data di pubblicazione: dicembre 2012
Collana: Studi
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Perché un volume dal titolo “Cultura associativa e Federazione CNOS-FAP: storia e attualità”? Innanzitutto per ricordare un salesiano che sulla cultura associativa e sulla Formazione Professionale è stato maestro: “… per oltre 40 anni” si è impegnato per i giovani attraverso la Formazione Professionale. In secondo luogo per raccogliere materiali utili per quanti, salesiani e laici, oggi operano nell’ambito della Formazione Professionale, invitati dal Rettor Maggiore a “rilanciare” l’«onesto cittadino» e il «buon cristiano». Commenta don Pascual la Strenna 2013: In riferimento al «onesto cittadino», ci si impone una riflessione profonda. Innanzitutto, a livello speculativo, essa deve estendere la sua considerazione a tutti i contenuti relativi al tema della promozione umana, giovanile, popolare, avendo, al contempo, attenzione alle diverse qualificate considerazioni filosofico-antropologiche, teologiche, scientifiche, storiche, metodologiche pertinenti. Questa riflessione si deve poi concretizzare sul piano della esperienza e della riflessione operativa dei singoli e delle comunità. Vorrei qui ricordare che, per i Salesiani di don Bosco, un Capitolo Generale di grande rilievo, il CG 23, aveva indicato come importanti luoghi ed obiettivi dell’educazione la “dimensione sociale della carità” e “l’educazione dei giovani all’impegno e alla partecipazione alla politica”, “ambito da noi un po’ trascurato e disconosciuto” (cfr CG 23, numeri 203-2010-212-214). Se da una parte comprendiamo la scelta di don Bosco di non fare se non “la politica del Padre Nostro”, dall’altra dobbiamo anche chiederci quanto la sua iniziale scelta di un’educazione intesa in senso stretto, e la conseguente prassi dei suoi educatori di escludere dalla propria vita la “politica”, non abbiano condizionato e limitato l’importante dimensione socio-politica nella formazione degli educandi. Oltre alle obiettive difficoltà create da differenti regimi politici con i quali don Bosco ha dovuto convivere, non vi hanno per caso contribuito anche degli educatori propensi al conformismo, all’isolazionismo, con un’insufficiente cultura ed una scarsa conoscenza del contesto storico-sociale? Dovremo quindi procedere nella direzione di una riconferma aggiornata della “scelta socio-politica-educativa” di don Bosco. Questo significa non promuovere un attivismo ideologico, legato a particolari scelte politiche di partito, ma formare ad una sensibilità sociale e politica, che porta comunque a investire la propria vita come missione per il bene della comunità sociale, con un riferimento costante agli inalienabili valori umani e cristiani. Si tratta quindi di operare all’insegna di una più coerente attuazione pratica nel settore specifico. Detto in altri termini, la riconsiderazione della qualità sociale dell’educazione – già immanente, anche se imperfettamente realizzata nell’opzione giovanile fondamentale, anche dal punto di vista delle enunciazioni e delle formule – dovrebbe incentivare la creazione di esplicite esperienze di impegno sociale nel senso più ampio. Ma ciò suppone anche uno specifico impegno teorico e vitale, ispirato ad una più ampia visione dell’educazione stessa insieme a realismo e concretezza. Non bastano proclami e manifesti. Occorrono anche concetti teorici e progetti operativi concreti da tradurre in programmi ben definitivi e articolati. E altrettanto si dovrebbe dire del rilancio del “buon cristiano”. Don Bosco, “bruciato” dallo zelo per le anime, ha compreso l’ambiguità e la pericolosità della situazione, ne ha contestato i presupporti, ha trovato forme nuove di opporsi al male con le scarse risorse (culturali, economiche, …) di cui disponeva. Ma come attualizzare il «buon cristiano» di don Bosco? Come salvaguardare oggi la totalità umano – cristiana del progetto in iniziative formalmente o prevalentemente religiose e pastorali, contro i pericoli di antichi e nuovi integrismi ed esclusivismi? Come trasformare la tradizionale educazione, il cui contesto era “una società monoreligiosa”, in una educazione aperta, e al tempo stesso critica, di fronte al pluralismo contemporaneo? Come educare a vivere in autonomia e nello stesso tempo essere partecipi in un mondo plurireligioso, pluriculturale, plurietnico? A fronte dell’attuale superamento della tradizionale pedagogia dell’obbedienza, adeguata ad un certo tipo di ecclesiologia, come promuovere una pedagogia della libertà e della responsabilità, tesa alla costruzione di persone responsabili, capaci di libere decisioni mature, aperte alla comunicazione interpersonale, inserire attivamente nelle strutture sociali, in atteggiamento non conformistico, ma costruttivamente critico? Il volume non intende offrire risposte a queste impegnative domande. Ha il solo umile scopo di riportare pezzi di storia, che sono state delle risposte all’impegno salesiano della formazione dell’onesto cittadino e buon cristiano. Noi amiamo pensare, infatti, che l’impegno di don Pasquale Ransenigo e l’impegno dei salesiani e dei laici che operano nella Federazione CNOS-FAP siano “attuazione pratica”, una delle modalità per la formazione dell’onesto cittadino e del buon cristiano. L’organizzazione del volume che pubblichiamo rispecchia queste due finalità. Riportando testi scritti da don Pasquale Ransenigo vogliamo ricordare, innanzitutto, l’impegno di un salesiano che resta, per tutti noi, di stimolo a lavorare in questo particolare ambito. Raccogliendo documenti di storia della Federazione CNOS-FAP e di magistero salesiano sul rapporto tra salesiani e mondo del lavoro, in secondo luogo, vogliamo offrire spunti di riflessione per l’oggi e per il domani. Nel volume il lettore troverà la riflessione sul valore della cultura associativa e come la Federazione CNOS-FAP ha cercato di realizzare questi valori nel contesto italiano (prima parte). Sono stati riportate, inoltre, i principali interventi / documenti del magistero salesiano che hanno riflettuto sul ruolo dei Salesiani nell’ambito del mondo del lavoro (seconda parte). L’augurio che la presente pubblicazione, oltre che memoria, si riveli di stimolo e di incoraggiamento a tutti i salesiani e i laici che operano nella formazione professionale soprattutto quella rivolta ai giovani. La Sede Nazionale Roma 2 marzo 2013
Parole chiave:
Allievi, CFP, Cittadinanza, CNOS-FAP, Diritto, Don Bosco, Dovere, Educazione, Formazione, Formazione Professionale, Giovani, IeFP, Indagine, Istruzione, Istruzione e Formazione Professionale, Magistero, Modello